Una donna che rinasce, è una donna che ha sofferto

Per rinascere si deve prima morire.

Senza scomodare la tanto famosa Araba Fenice,  lasciandola nel suo magnifico mito. 

Parliamo di noi, comuni donne che per amore, per senso del dovere, perché  diamo più di ricevere, ci facciamo uccidere nell’anima e annientarci dal dolore.

Ne so qualcosa. Ma chi non lo sa!

Noi tacciamo, non manifestiamo, per amore.

Per amore verso chi soffre a vederci star male, come i figli i fratelli e sorelle, anche verso gli amici stretti.

Per piangere a volte in quei tristi momenti, aspettiamo che i figli si addormentino.

Cosi siamo libere di tirare fuori,  tutte  le lacrime di questo mondo.

Fino a finirle.

Ci vuole tempo, per capire la differenza tra il bene ed il male, ci vuole che Dio ci assista e ci dia la forza di tamponare queste ferite.

Poi ti stanchi.

Ti stanchi di soffrire. Raccatti quei cocci e cerchi di rimetterli insieme.

E risorgi! Piano piano, ma ci si riesce e quando, finalmente ce l’hai fatta, sei tuttavia una donna danneggiata. 

E qui si apre un discorso mio. Che ho concretizzato ed assimilato. La scrittrice Josephine Hart autrice del best seller “Il Danno”,  conclude questo libro dicendo: le donne che hanno subito un “danno” sono pericolose, perché loro sanno di saper  sopravvivere.

Leggendo il libro poi si spiega perché sono pericolose, non è un pericolo vero e proprio, ma il pericolo inteso come forza. Perché le donne forti fanno paura .

Fanno paura a tutti.

Ma tranquilli tutt’al più pareggiate, nel competere con loro, ma non vincerete mai.

 

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