Ponza in barca

Ponza in barca

Si dice che in barca a vela il viaggio comincia quando lasci gli ormeggi. Io appartengo alla gente di mare, ormai da più di venti anni. Ho navigato con le mie barche, ne ho avute ben quattro, si dice che c’è sempre una barca più grande della tua. Si dice poi, che le barche siano sempre in vendita, o che i 2 giorni più belli di un armatore sono il giorno che  compra la barca e quando la rivende.  Che dire di  Ponza che non si sia ancora  detto? I marinai che raccontano le loro leggende ed hanno portato le barche in tutto il mondo, dicono che Ponza e Palmarola siano le isole più belle che loro abbiano mai visto.

Opinabile, non so. Ma tant’è. L’arcipelago pontino è meraviglioso. Ponza, Palmarola, Zannone e Ventotene. Mete da me amate e fequentate  per decenni , conosciute fino nei minimi particolari.

Il tramonro su Palmarola è uno dei più soggestivi al mondo, come è suggestivo un bel pranzetto dal Francese l’unico abitante dell’Isolotto. Ho incontrato reali, VIP di tutte le specie, dal mondo del calcio a quello dello spettacolo. Emozionante in rada dal Francese a Palmarola all’ancora, essere vicino al Pashà III di Carolina di Monaco. Ho cominciato a frequentare Ponza a 15 anni, una mia amica di classe aveva già casa, finite le scuole ci andavamo, spensierate ed allegre come solo delle adolescenti degli anni “70 sapevano essere. Andavamo con i gozzi dei marinai all’alba, a ritirare le reti lasciate tutta la notte. Esperienze indimenticabili. Ci regalavano un po’ di pescato, che noi ci cucinavamo alla meno peggio. Sono passati 40 anni e non è passate una estate, senza che io mi recassi sull’isola.

Mi piace raccontare un aneddoto che ho avuto la sfortuna di vivere. Ponza ha un porto scoperto a Levante (termine tecnico per dire che se arriva il levante al porto arrivano onde alte anche 2 metri). Verso mezzanotte, la capitaneria cominciò a far suonare le sirene ed i megafoni urlavano di lasciare immediatamente il porto. Gli ormeggiatori ti tagliano le cime, non c’è tempo per le normali manovre, si deve immediatamente lasciare il pontile prima che entri il Levante. Io avevo ospiti a bordo compresa mia figlia piccola, che ho dovuto mio malgrado  far scendere (hanno trovato poi una camera dormendo in 4 in un letto matrimoniale, era estate l’isola era piena, gli alberghi affollati). Settecento barche che debbono contemporaneamente lasciare il porto, di notte, con onde alte più di 2 metri, bisognava andare a Chiaia di Luna coperta a levante. Un tratto di mare che di solito si fa in 5 minuti, lo abbiamo fatto in 5 ore. La paura è stata  tanta il mio comandante, nonche’ ex marito, molto bravo. Dopo tre giorni perdevo capelli, il trauma  era stato più forte che mai. Ma il mare e navigare, resta per me una delle più grandi passioni. Nonostante tutto.

 

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