La differenza tra chi ha classe e chi fa solo supplenze

Vengo al punto.
Forse, dico forse, vi sarete accorti che ho avuto un lietissimo evento in famiglia.
Non penso io debba usare parole per descrivere la felicità e la bellezza.
I fatti hanno parlato.
Non volendo strumentalizzare il fatto, sarò breve.
Questi sono momenti in cui si sente la vicinanza delle persone, le quali ti dimostrano tanta gioia, quest’ultima incontenibile davanti a cotanto splendore.
Vi ringrazio tutti e di cuore, perchè siete stati tantissimi. Più delle aspettative.
Auguri anche da persone, che hanno fatto un mese di supplenza 10 anni fa, nella scuola dove io ero vicepreside, di cui io non ricordavo neanche il nome (per esempio).
Scaldano il cuore.
Anche da chi per cause più o meno irrisorie c’era un po’ di acredine, l’amore supera tutto.
Auguri da chi non avrei pensato, talvolta neanche conoscevo, giuro, di questo ringrazio tutti di cuore.
Però ragazzi io sono una blogger.
Mi è costato fatica ed impegno e due righe del mio vissuto, lo devo riportare. Aggiungo quindi che chi non li ha fatti, si conta su un dito (non su una mano). Per tale motivo, hanno dimostrato quanta poca pace c’è in se stessi.
Davanti ad una dolcezza infinita come quella che si è vista, qualsiasi cuore si sarebbe sciolto…
sono fiera di me, i fatti mi hanno dato ragione.
Aggiungo inoltre che gli auguri potevano pervenire, giustamente, anche direttamente all’interessata.
Chiunque può trarre le proprie deduzioni. Anche quei pochissimi che erano ancora “increduli”.
Io la cattedra ce l’ho dall’ anno scolastico 1984/85.
Touchè.

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